giovedì 20 giugno 2013

Insalata di gamberetti, melanzane, zucchine e erbette pazze




Avevo una confezione di gamberetti surgelati (certo se erano dei bei gamberi freschi era meglio) e una cena da preparare con quello che avevo in casa.
Ho tritato separatamente delle erbe aromatiche fresche*. Ho scelto verbena odorosa, erba cipollina,  basilico e mentuccia che ho messo in una ciotolina, ricoperte d'olio evo, per qualche minuto.
Ho tagliato delle zucchine crude a julienne e le ho condite con le erbette di prima. Ho aggiunto delle melanzane grigliate tagliate anche loro a julienne, ho salato e pepato, ho aggiunto un goccio di aceto di mele e ho mescolato bene.
Ho cotto i gamberetti in padella con uno spicchio d'aglio. A fine cottura ho aggiunto un pò salsa di soia e del tabasco.
Ho mischiato bene tutto e ho servito.



*la scelta delle erbe aromatiche è come al solito personale, scegliete quelle che preferite. 
A me piace quando ce ne sono in gran quantità. Mi piace molto la verbena che da al piatto una nota fresca un pò "citronellosa" che ci sta benissimo. Ne ho messa però di meno rispetto alle altre per non farla diventare troppo prepotente. Non volevo dominasse su tutto il resto.

venerdì 10 maggio 2013

Cake ai fiori d'acacia e mandorle

Vivere parte della settimana in campagna mi permette di accedere a ingredienti che Madre Natura regala, materie prime del tutto spontanee che si alternano ad altre in funzione del periodo dell'anno. Una rotazione magica, della quale non ci si stanca mai, che invita ad una cucina sempre diversa e quasi mai banale. I cittadini possono approfittare anche loro di tanta generosità spostandosi solo di qualche chilometro per una giornata immersa nel verde con raccolta di erbe di campo o di fiori selvatici. L'acacia è un albero molto diffuso in Italia. E' facile da riconoscere anche dai meno esperti, non ci si può sbagliare. I fiori sono bianchi e profumatissimi, di solito si friggono in pastella e sono molto apprezzati dalle api. Famosissimo è infatti il miele d'acacia.

Cake ai Fiori d'Acacia e Mandorle


INGREDIENTI
150 g farina 00
1        vasetto di yogurt 
130 g zucchero semolato
2        uova
1/2     sacchetto di lievito vanigliato
100 g mandorle in polvere (possibilmente precedentemente tostate)
10  cl olio di semi
10      grappoli di fiori d'acacia


PREPARAZIONE
Staccate uno ad uno i fiori dal grappolo, sciacquateli velocemente e delicatamente, poi metteteli ad asciugare sopra un telo.
Ungete uno stampo da plumcake con un pò d'olio.
Montate le uova con lo zucchero. Unite lo yogurt e l'olio mescolando bene tra un passaggio e l'altro. 
Setacciate le mandorle con la farina e il lievito e uniteli al composto precedente mescolando dal basso verso l'alto, facendo attenzione a non smontare troppo le uova. Unite i fiori e colate il tutto nello stampo. 
Cuocete a 180°C in un forno precedentemente scaldato. 


I tempi di cottura variano da forno a forno. Aspettate che si sia formata una bella crosticina e fate la prova dello stecchino. 


Lasciate che il cake si raffreddi prima di toglierlo dallo stampo.






Nell'attesa d'incontrare Chef Juri Chiotti e Diego Rossi al Rifugio Meira Garneri partecipo al contest di Ambra:

Il mio Contest 

domenica 28 aprile 2013

Vignarola


Se a casa mia una rondine non fa primavera, la vignarola sì! 
Piatto povero ma buonissimo della tradizione laziale (ancor più buono se mangiato il giorno dopo) si può realizzare solo in quel breve periodo dell'anno nel quale sono reperibili piselli, fave e carciofi rigorosamente freschissimi. 
Il modo migliore per prepararla è a occhio, in effetti la proporzione tra gli ingredienti deve essere in funzione del gusto personale. In rete ho letto numerose ricette, alcune delle quali prevedono la cottura delle verdure tutte insieme,  ma io preferisco cuocerle separatamente per distinguerne bene i sapori. Sarà più lunga ma ne vale la pena. 
Bando alle ciance, ecco la ricetta:



Sgranate dei piselli e metteteli da parte, fate la stessa cose con le fave. Se le fave sono grandi e/o bianche, sbucciatele una per una. 
Tagliate un cipollotto fresco a julienne, fatelo appassire in una padella con un goccio d'olio. Aggiungete i piselli, un bicchierino d'acqua, e cuocete a fuoco lento fino a portarli a cottura. Tenete da parte. Fate la stessa cosa con le fave. 
Fate soffriggere del guanciale o della pancetta tagliata a cubetti, quando avrà preso un po' di colore spegnete il fuoco e mettete da parte. 
Soffriggete uno spicchio d'aglio in olio caldo, aggiungete qualche carciofo romanesco pulito e tagliato a fettine più o meno sottili, un bicchierino di vino bianco e un altro di acqua, un pugnetto di mentuccia tritata e cuocete a fuoco medio fino a quando i carciofi saranno cotti. 
Mischiate tutti gli ingredienti insieme, salate, pepate e scaldate velocemente il tutto per fare insaporire la vignarola. 
A fuoco spento aggiungete qualche foglia di lattuga tagliata a julienne. 
E' pronta.

lunedì 15 aprile 2013

Spaghetti con i "ficurilli"

Quando preparo questo piatto (una, massimo due volte all'anno) mi si crea regolarmente un dilemma che mi diverte abbastanza: devo svelare l'ingrediente principale prima dell'assaggio del commensale oppure no? 
Di solito l'ospite avvisato risponde con un "che idea del piffero, sarà sicuramente una schifezza, bleah, bleah!",  mentre quello ignaro di cosa si stia mangiando apprezza ma non c'è volta che indovini di che si tratta. 
In effetti può sembrare una stranezza ma da quando ero piccola, grazie a degli amici di famiglia che mi hanno insegnato questo segreto e tanti altri ancora, è diventato piatto tipico di casa mia. 
A volte mi scontro con gente che mi accusa di vero e proprio infanticidio perché oso cogliere piccoli fruttini innocenti che non diventeranno mai quei frutti maturi tanto buoni e tanto dolci. E con che gusto poi lo faccio!

Ok, stiamo parlando dei fichi acerbi del fico comune, quelli che si trovano ora (almeno dalle mie parti) e che quando ne stacchi uno dall'albero esce tutto il latte.
Inutile prenderli da una pianta che produce frutti di buona qualità, sarebbe uno spreco e chi già mi accusa di crimini terribili mi toglierebbe definitivamente il saluto. Meglio una pianta selvatica oppure un albero abbastanza grande da produrre tanti tanti fichi. Alcune varietà sono talmente buone che sarebbe veramente un peccato mortale! Il fico maturo è una delle cose più buone del mondo e guai a privarsene. E' vero che sono criminale, l'incubo del ficus carica, ma ho un codice d'onore quando colpisco...

Il sapore del fico acerbo, una volta cotto, si avvicina leggermente a quello della zucchina ma con un inconfondibile e leggero profumo che lo caratterizza. Vi è mai capitato di stare vicinissimo ad un albero di fichi e sentire quel tipico profumo dolciastro, quello dei profumi artigianali a base di foglie di fico per intenderci? Bene, è lo stesso ma non è aggressivo e per niente stucchevole. Insomma, va assaggiato.
La ricetta che vi propongo oggi è facile e collaudata ma, con un po' di fantasia, sono sicura che si possono fare tante altre cose. 



Spaghetti con i "ficurilli"

Cogliete dei fichi acerbi e sciacquateli abbondantemente. Tagliateli a fettine sottili e teneteli da parte. 
In una padella soffriggete del guanciale tagliato a cubetti e quando sarà dorato toglietelo dalla padella tenendo invece il grasso sciolto. Nel grasso del guanciale e, se necessario anche un po' di olio evo, fate soffriggere uno spicchio d'aglio e uno scalogno tagliato a julienne, aggiungete i fichi e cuocete a fiamma bassa fino a quando saranno cotti. La cottura è molto importante perché se non sono abbastanza cotti i fichi avranno un saporaccio. Se vi sembra il caso aggiungete un pò d'acqua.
A fine cottura unite il guanciale di prima e qualche foglia di maggiorana. Infine salate e pepate. 
Conditeci degli spaghetti cotti al dente e aggiungete un goccio di olio a crudo. 





Nelle bruttissime foto del cellulare che seguono, potete vedere la dimensione dei fichi che ho usato.


mercoledì 10 aprile 2013

Crème Caramel al latte di riso, cardamomo e vaniglia


Ho voluto preparare questo dessert per un'amica intollerante al lattosio. Ho sostituito il latte vaccino con il latte di riso. Avevo un po' paura del risultato ma sono rimasta piacevolmente sorpresa. Sapore e consistenza erano più che dignitosi e per questo motivo mi è venuta voglia di condividere subito la ricetta con voi. Non ha nulla da invidiare alla versione tradizionale.
Le dosi che vi do sono quelle per un normale stampo da plum cake ma calcolate che non viene molto alto e se lo preferite più spesso fatene di più. Scegliete voi lo stampo che più vi piace in funzione della forma che vorrete dare al crème caramel (ciambella, pirottini per monoporzioni, etc.). 
Attenzione a non zuccherarlo troppo perché il latte di riso è già leggermente e naturalmente zuccherato di suo.





INGREDIENTI 
6 dl latte di riso
6     uova
1     stecca di vaniglia
1     baccello di cardamomo
40   g zucchero
Per il caramello:
75  g acqua
150g zucchero


PREPARAZIONE
Versate il latte di riso in un pentolino. Tagliate la stecca di vaniglia longitudinalmente, grattatela con un coltello per prelevarne i semi ed inseriteli nel latte insieme alla buccia grattata. Schiacciate il baccello di cardamomo e aggiungete anche i suoi semi al latte. Portate a bollore, spegnete la fiamma e lasciate in infusione fino a quando si sarà intiepidito. Filtratelo e tenetelo da parte.
Battete le uova con lo zucchero fino a quando saranno chiare e spumose. Poco alla volta, versate il latte nelle uova (attenzione a non mettere il latte troppo caldo o cuocerà le uova). Amalgamate bene tutto. 
Preparate il caramello mettendo lo zucchero e l'acqua in un pentolino. Cuocete a fiamma bassa fino a quando sarà dorato. 
Versate il caramello bollente nello stampo cercando di ricoprirne le pareti il più possibile. Versateci sopra il composto di uova e latte. Cuocete a bagnomaria in forno precedentemente scaldato a 160°C.
I tempi di cottura variano in funzione della grandezza dello stampo e vanno dai 40 minuti all'ora e mezza, più o meno. Fate la prova stecchino per capire se è cotto. 
Mettete il dolce in frigorifero per qualche ora prima di servirlo, dovrà essere molto freddo. Rovesciate lo stampo su un piatto da portata per far scendere il crème caramel. Potete aiutarvi con un coltello per staccare il dolce dalle pareti dello stampo.